Il giardino mediterraneo di Palazzo Luce – con le sue essenze antiche – ha ispirato l’intervento site specific di Michele Guido, artista che guarda al mondo naturale come ad una memoria storica dei luoghi.

 

Tracciando un parallelo poetico tra l’architettura, l’arte e la botanica, Guido ha realizzato due interventi ad affresco con inserti in ceramica, nelle nicchie ombrose situate proprio sotto la scala che dal giardino unisce il piano nobile alla parte inferiore ed esterna del Palazzo, immaginando di dilatare gli strati dell’intonaco – come tracce del tempo – e di ritrovare antiche pitture murarie ispirate all’opera del botanico fiammingo Mathias de l’Obel.

 

Così, sugli steli e le foglie di quercia dipinti a colori tenui, si innestano gli interventi in ceramica: rami che sorreggono “galle” dalle forme barocche, una trasformazione vegetale evocata nel duttile materiale, per raccontare la circolarità del ciclo biologico. Frutto di un meccanismo di mutazione del tessuto vegetale operato dagli insetti, le galle sono ghiande modificate per ospitarne i primi momenti di vita: architetture effimere del mondo naturale, simbolo di un ecosistema affascinante, celebrato dall’arte nel suo misterioso equilibrio, che si stratifica nel tempo, proprio come le architetture costruite dall’uomo.

 

La nicchia di destra presenta l’immagine di uno stelo preso dalla quercia di Tricase, considerata un vero e proprio monumento vegetale del Salento, la cui presenza è documentata fin dal XIV secolo, la stessa epoca a cui risale la costruzione del Palazzo. La quercia ha, inoltre, un legame speciale con Lecce, il cui nome deriva da una varietà del genere Quercus, quella del Leccio, e di cui troviamo le ghiande dorate nello stemma della città.

Leggi un'altra storia