Palazzo Luce parla di luce, di apertura, di colore, di uno sguardo nuovo sulla storia, sul presente e sul futuro. Come potrà questo tipo di architettura storica essere utilizzato in futuro in una modalità positiva? Naturalmente l’architettura di partenza è splendida. Ciò che oggi si sta creando qui è davvero interessante.
David Tremlett
C’è tutto. Innanzitutto fuori c’è la città di Lecce, che ti avvolge con la sua solennità. All’interno c’è l’affaccio su un anfiteatro che si può apprezzare solo da qui. C’è l’arte contemporanea, che apre il palazzo al mondo. C’è un design di qualità altissima. C’è il rispetto del luogo. Ci sono piante e giardini. Ci sono terrazze fatte rivivere da cui si guarda il Duomo. Ci sono i colori. È un luogo che in questo momento rappresenta bene la città. Non potresti essere altrove, se non qui.
Giuliano Dell’Uva
Lavorare in un luogo che si chiama Palazzo Luce è interessante, perché la fotografia crea l’immagine attraverso la luce. Per Palazzo Luce ho realizzato un lavoro specifico sulla relazione fra l’architettura vegetale temporanea e l’architettura eterna, nel quale sono confluiti la storia di Palazzo Luce, la sua storia centenaria, e il giardino ricco di piante antiche.
Michele Guido
Bisogna attraversarlo Palazzo Luce – luogo che brilla di luce propria e non di luce riflessa – perché è un posto che ti racconta, è pieno di storia, di sentimenti, d’amore e di passione. È come entrare nel mondo di Alice nel paese delle Meraviglie. Entri e ti chiedi “Dove sono?”. Nella realtà è tutto molto pacato, lineare, pulito, soltanto con l’intervento di qualche elemento straordinario qui e là che rompe il silenzio e l’armonia, creando una nuova realtà, e facendo sì che questo posto sia un posto unico al mondo.
Antonio Marras
Se questo spazio di Palazzo Luce fosse mio, ne farei subito uno studio, ci vivrei e sarebbe un sogno. Soprattutto per la luce, oltre che per gli spazi ampi, per questa luce che si ritrova al Sud e che noi al Nord non abbiamo. Forse solo a Venezia…
Giuliano Dal Molin
Questo palazzo spazia, non ha paura di contaminazioni. Spazia fra diverse discipline che normalmente si interrompono solo un attimo prima di entrare in connessione. A me piace l’interdisciplinarità che fa incontrare designer e artisti, questo congiungersi insieme per trovare qualcosa di mai espresso fino a oggi.
Brigitte Niedermaier
Le presenze all’interno del Palazzo sono forti. Ogni stanza ha una voce, più voci, ci sono dei lavori straordinari e ognuno ha lo spazio giusto, un respiro, convive in maniera armonica con quello che c’è intorno. È come una grande festa a cui partecipano tanti artisti straordinari, perché le ricerche e i temi si toccano l’uno con l’altro, animando ogni salone di una vita importante e nuova.
Marzia Migliora
Si chiama Palazzo Luce non solo perché è colmo di luce ma anche perché riverbera la luce di tutte le persone che sono venute qui e hanno lasciato una traccia del loro passaggio. Non penso che uno debba essere per forza un esperto di design o d’arte per poter apprezzare questo luogo. Siamo tutti consapevoli quando vediamo “luce”, o come in questo caso, “luce con cultura”.
Martino Gamper
Le opere d’arte devono parlare. E per poterci parlare, devono essere installate correttamente, devono avere il loro spazio. Devono avere le loro storie, e devono poter fare il loro racconto.
Lia Rumma
Il palazzo è fondamentalmente una casa-museo. Le note delle vecchie maioliche e i pezzi antichi si sono integrati perfettamente nel progetto. Tutta la casa ha un filo conduttore, una congiunzione: Gio Ponti e il grande design italiano del dopoguerra. È come essere dentro un palazzo che fosse stato riabitato dopo gli anni ’50.
Rossella Colombari
La parte estetica si ricalibra di continuo con quella emotiva. Scegliere di venire in un posto del genere è come fare un viaggio in una dimensione culturale che arriva a emozionarti, anche se magari non sai esattamente di chi sia quell’opera o quella seduta. È una cosa che scegli, una cosa che senti, è una destinazione. E – sono convinta che accadrà – una destinazione legata a un’esperienza.
Barbara Ghidoni
Il palazzo mi ha suggerito reverenza e rispetto, perché è un luogo storico ricco di riferimenti. Ha una certa austerità ma allo stesso tempo ha delle parti più decorate. È un involucro eccezionale per poter interpretare un balletto fra la storia e la contemporaneità.
Nina Yashar
Credo che la storia dell’arte sia fatta di incontri. A volte sono incontri di esseri umani, altre volte di opere, e possono essere altrettanto magnetici dei primi. Ho esposto più volte i miei lavori accanto ad alcuni degli artisti presenti a Palazzo Luce. E ogni volta si è creata una particolare combinazione, come se un lavoro ne cercasse un altro, ne interrogasse un altro, dando vita a una coralità.
Gian Maria Tosatti